Giordano Bompadre: Il Presepe del 2004,tecniche di costruzione delle casette con vecchi scatoloni di cartone, gesso, scagliola, colori a tempera...

    

   A forma di idea - Sei sulla pagina "Presepe 2004 > Presepe > Mappa del Sito

  

 

Approfittando di una serie di foto che ho scattato durante i lavori di restauro e ampliamento di un vecchio presepio risalente ormai al 1994 voglio tracciare un percorso di lavoro, descrivendolo con parole ed immagini, cosi da consentire a chi lo desiderasse di provare ad utilizzare questa tecnica relativamente semplice per creare il prossimo presepio. I materiali da usare sono abbastanza semplici da reperire e soprattutto il loro costo è quasi nullo. Questo, come ormai avrà capito chi naviga all’interno delle pagine del mio sito, è un po’ il mio "life motive": creare ciò che più piace, riducendo i costi a zero o quasi e sfruttando al massimo materiali ed oggetti di uso comune, magari riciclando materiali di scarto come ad esempio i vecchi scatoloni di cartone ondulato come quelli usati per questo lavoro. Gli utensili con cui ho lavorato, sono anch’essi abbastanza comuni: il solito cutter o taglierino, forbici, pennelli di varie fogge e dimensioni, una pistola per colla a caldo con relative candelette (una discreta scorta). Occorrerà anche una certa quantità di scagliola (a seconda delle dimensioni del complesso di case da costruire) colori a tempera, cementite bianca, nero giapponese, acquaragia, flatting per finitura possibilmente all’acqua (più ecologico dato che il lavoro finito andrà in casa). La tecnica, come ho già detto, relativamente semplice, consente di ottenere buoni risultati anche se non si dispone di una grande manualità. L’importante è costruire una struttura che risulti “credibile” cioè un insieme di case che sia strutturalmente ben proporzionato rispettando le dimensioni di porte, finestre, comignoli ed altri accessori in rapporto alle statuine che popoleranno quella zona, ed alla distanza in cui si collocherà la struttura rispetto al punto di vista dell’osservatore ed alle altre eventuali strutture del diorama; ad esempio se costruiremo un gruppo di case che servirà per creare un secondo piano, sarà necessario rapportarle con le strutture presenti in primo piano seguendo alcune semplici regole di cui parlo in altre pagine di questa sezione. Se non si ha molta fantasia o senso di osservazione consigli di scattare qualche foto, magari durante una gita estiva, in qualche paesino caratteristico e che sia in linea con lo stile scelto per il lavoro. Naturalmente se si decidesse di realizzare un presepio aderente il più possibile alla realtà storica dei tempi e dei luoghi, sarà necessario riferirsi a foto e disegni reperiti sui libri (a meno che non si sia uno di quei fortunati che vanno in vacanza in medio oriente). Più avanti parleremo anche della realizzazione di montagne, rocce, fondali e quant'altro integrando cosi quanto già trattato in altre pagine di questa stessa sezione. Ma torniamo al lavoro di preparazione per una struttura di case. Io ho scelto un paesaggio simile a quello che si può vedere in alcuni paesini della mia regione , l’Umbria, ma ognuno può ispirarsi ai luoghi che più ama e che maggiormente lo ispirano. La peculiarità che rende, a mio parere, molto interessante questa tecnica, è che ciascuno, a seconda delle proprie capacità manuali e creative può produrre diorami con diversi livelli di dettaglio che comunque appariranno sempre caratteristici e ricchi di atmosfera, soprattutto se integrati con un abile uso dell’illuminazione.

 
 

Fasi del lavoro

 

Le varie fasi in cui si può suddividere il lavoro sono sostanzialmente quattro :

  1. Creazione delle singole strutture in cartone (di questa fase fa parte anche una prima fase progettuale che è comunque facoltativa, a meno che non si debba costruire una struttura molto grande e complessa)

  2. Assemblaggio ed incollaggio dei vari elementi (Questa fase prevede anche la predisposizione dell’impianto elettrico per l’illuminazione interna delle case e delle facciate con l’utilizzo di lampade seminascoste o con la predisposizione per eventuali lampioni o altro

  3. Rivestimento della struttura base con scagliola e conseguente definizione dei vari particolari strutturali (archi, finestre, porte, scalette, tetti e tutti quei particolari che si ritiene di voler inserire). Si tenga conto in questa fase che per accentuare l’effetto di profondità del tutto, i particolari diverranno sempre meno evidenti, via via che andremo a realizzare elementi di piani più lontani dall’osservatore.

  4. Colorazione e finitura. Questa fase come già descritto in altre pagine di questa sezione, può essere portata a termine seguendo varie tecniche e procedure, naturalmente, anche per la colorazione, comunque, valgono i principi detti precedentemente in relazione ai diversi piani in cui si articola tutta la struttura. (Nell’esempio riportato nelle immagini a corredo non si applica questa regola poiché si tratta di una struttura relativamente piccola e praticamente realizzata su di un solo piano).

   ...una prima fase progettuale della futura struttura in cartone...

...creazione della struttura base in cartone e colla a caldo...

... assemblaggio delle parti a comporre la struttura completa...

...la struttura viene ricoperta da un impasto a base di scagliola acqua e colla vinilica...

 

  

 Fase 1 - Creazione delle singole strutture in cartone

Fase 1- Creazione delle singole strutture in cartone

  

Cominciamo col costruire la struttura di una casa partendo da un pezzo di cartone di idonee dimensioni, piegandolo per dargli l’opportuna forma, aiutandoci intaccando leggermente con un cutter le linee di piegatura, facendo attenzione a non penetrare troppo in profondità per evitare che le parti si separino. Man Mano che procediamo nella costruzione dei vari elementi iniziamo anche ad assemblarli uno per uno in modo da predisporre i pezzi per la successiva fase di assemblaggio di tutto il complesso. Durante questa operazione, avremo cura di prevedere la creazione di quelle piegature e superfici che consentiranno nella fase successiva il fissaggio delle singole parti tra di loro. Per quanto riguarda porte e finestre, in questa prima fase, sarà sufficiente predisporre le relative aperture curando sempre le proporzioni e facendo attenzione che tali aperture non risultino poi, una volta assemblato il tutto, incongruenti con il resto dell’opera. E’ pur vero che il bello di questa tecnica è che comunque anche dopo assemblato il tutto se ci accorgiamo di qualche piccola incongruenza, potremo sistemarla grazie alla semplicità con cui si possono apportare varianti alla struttura con pezzi di cartone opportunamente sagomati e un po’ di colla a caldo.

 Fase 2 - Assemblaggio ed incollaggio dei vari elementi

 Fase 2 - Assemblaggio ed incollaggio dei vari elementi

  

Prendiamo a questo punto tutti i singoli pezzi creati fin qui e iniziamo ad assemblarli con la solita colla a caldo, osservando durante tutta questa fase, la vista d’insieme, così da garantire sempre un coerente effetto 3D. Questo è determinante per il risultato finale perché, se avremo avuto cura di rispettare rapporti e proporzioni, il lavoro risulterà eccellente anche a fronte di una scarsa definizione dei particolari, ma apparirà particolarmente sgradevole, se, anche con un buon aspetto generale, apparirà sproporzionato o sbilanciato in qualche sua parte. Durante l’assemblaggio si abbia cura di spostare frequentemente il punto di vista osservando la costruenda struttura da tutte le angolature per aver la certezza che da qualunque parte sia osservata una volta finita, appaia sempre proporzionata e ben distribuita.

Questa operazione può dare origine ad una singola costruzione o ad un insieme di esse, per comporre quartieri e strutture complesse di case a seconda delle nostre esigenze finali.

 Fase 3 - Rivestimento della struttura base con scagliola

 Fase 3 - Rivestimento della struttura base con scagliola

Questa fase è forse ancora più creativa delle due precedenti, perché, se è vero che sommariamente, a questo punto già si sono tracciate le linee essenziali della struttura finale, è adesso che le costruzioni cominciano ad assumere l’aspetto che avranno alla fine ed è in questa fase che si cominciano a realizzare tutti quei particolari che renderanno l’opera finita particolarmente dettagliata e piacevole da osservare. Come ho detto in precedenza, se il nostro presepio sarà molto grande, avremo cura di creare maggiori dettagli per le costruzioni del primo piano, che successivamente, saranno anche colorate in modo più curato e definito, mentre lasceremo più approssimate le costruzioni man mano che ci allontaniamo verso il fondo. Questo, oltre ad evitare un lavoro che risulterebbe inutile, dato che i particolare più lontani non si vedono, accentua anche l'effetto profondità. Poiché in questa fase vanno anche messi sotto traccia gli impianti elettrici che passano sulle superfici esterne delle case, sarà opportuno valutare anche la giusta incisività dell’illuminazione che, per il primo piano sarà, come tutto il resto, più curata e definita, mentre in profondità ci limiteremo ad illuminare l'interno delle casette mentre per l’esterno saranno sufficienti punti luce generici e orientati in modo tale che, non visti dall’osservatore, producano sulle facciate la giusta diffusione e chiarore tali da aumentare l’effetto di profondità. In questa operazione raccomando particolare cura nella dissimulazione dei punti luce, che non si debbono assolutamente individuare. Ritengo anzi che questo sia uno dei parametri di valutazione della professionalità dell’autore. Le lampadine sparse a caso e individuabili da parte dell’osservatore, non solo riducono l’effetto del realismo, ma, colpendo direttamente lo sguardo dell’osservatore producono un vero e proprio disturbo e danno uno sgradevole senso di incompleto e approssimativo.

Ma veniamo alla realizzazione pratica della copertura finale. Questa fase richiede un minimo di manualità, dato che il preparato per “stuccare” le superfici esterne delle case è composto per la maggior parte di scagliola che come è noto asciuga in tempi abbastanza brevi. Io consiglio di sciogliere nell’acqua che utilizzeremo per l’impasto un idoneo quantitativo di vinavil (direi circa un cucchiaio da cucina per un bicchiere di acqua) e consiglio, inoltre, di non preparare mai grosse quantità di impasto, per evitare che, seccandosi troppo in fretta, rimanga inutilizzato, con un grande spreco di materiale. Prepariamo dunque piccoli quantitativi, un po’ più liquidi del necessario, e procediamo alla stesura sulle superfici aiutandoci con una spatolina da pittura, facilmente reperibile in negozi di belle arti, e che fa la funzione di una piccola cazzuola da muratore, consentendoci, con la sua parte a punta, di andare a rifinire anche zone molto piccole. E’ sempre preferibile finire il lavoro con questa tecnica, anche se, per piccoli ritocchi, è anche possibile intervenire successivamente, dopo che il nostro impasto si è indurito, asportando o rimodellando meglio qualche particolare poco riuscito. La definizione di porte e finestre sarà subordinata a come avremo deciso di completarle; io uso creare un telaietto in legno con una croce al centro, dove incollo sul retro della carta per lucidi che, essendo opaca, consente il passaggio di luce senza far individuare la lampadina all’interno. Monto poi sui lati due battenti, sempre in legno, un po’ lavorato per simulare delle tavole fissate insieme, che rimanendo aperti o al più socchiusi, creano un buon effetto di realismo. Naturalmente questo solo per il primo piano, mentre in profondità lascio solo delle aperture appena rifinite su cui monto i soliti battenti per simulare le ante delle finestre o delle porte. La copertura dei tetti può realizzarsi in vari modi, a seconda dello stile scelto per le costruzioni, dalla copertura in paglia, alle sfoglie di ardesia (naturalmente simulata), o i più comuni coppi dei nostri paesini. Se si decide di usare questo stile, si possono creare coppi in vari modi. Il più semplice e veloce e senz’alto costituito dalla collocazione di semplicissime striscioline di cartone poste lungo la pendenza del tetto, alternate con zone vuote di misura leggermente più stretta e ricoprendo il tutto con la solita scagliola che poi verrà opportunamente colorata, fino a creare l’effetto vuoto-pieno delle tegole. Per i primi piani, o per presepi che si vogliono rendere maggiormente particolareggiati si possono creare dei coppi utilizzando paste pronte o argilla sintetica o argilla vera e propria, che comunque richiede una minima cottura. Vale comunque la pena scegliere questa tecnica se pensiamo di conservare nel tempo il nostro presepe o i suoi componenti. (Questo argomento è trattato dettagliatamente in altre pagine della sezione "Presepe") La scagliola, anche quando completamente essiccata, consente ancora di essere trattata con piccoli utensili da incisione (io uso un bisturi per incidere e mi aiuto poi con piccoli “scalpelli” che creo con chiodi opportunamente sagomati ed affilati secondo le esigenze). Con questa tecnica si possono realizzare, abbastanza semplicemente, effetti particolari come i mattoni, le pietre, le crepe o altre rifiniture sulle superfici delle case, che, successivamente, al momento della colorazione, possono rendere facilmente il naturale aspetto di un vecchio muro, garantendo un sicuro  effetto. Naturalmente in questa fase, che, come ho già detto, è molto creativa, ognuno può inventare e creare particolari e attrezzature a suo piacimento secondo le proprie capacità ed il risultato al quale si vuole arrivare. (vedi anche "Tecniche Presepe")

 Fase 3 - Rivestimento della struttura base con scagliola

 Fase 3 - Rivestimento della struttura base con scagliola

 Fase 4 - Colorazione e finitura

 Fase 4 - Colorazione e finitura

Questa fase che è anche l’ultima, servirà a completare il lavoro. Sebbene si tratti di una unica fase, possiamo dividerla comunque in vari momenti che saranno diversi a seconda del risultato finale che vorremo perseguire. Nelle foto dell’esempio che presento, come si vede, ho creato qualcosa di abbastanza semplice e relativamente veloce da realizzare, se pensiamo che il tutto è stato completato in circa una settimana di lavoro. Naturalmente, disponendo di più tempo è possibile elaborare strutture più complesse, maggiormente dettagliate e rifinite, anche dal punto di vista della colorazione. Ho voluto portare proprio questo esempio, perché, essendo stato creato in tempi piuttosto brevi credo che dia veramente la dimensione di cosa si possa realizzare velocemente e con pochi mezzi. Il lavoro per il completamento di questa fase può essere diviso in tre momenti precisi. Prima di tutto la struttura in cartone rivestita di scagliola verrà dipinta con una vernice di fondo di un unico colore (io ho usato la cementite all’acqua) che consente di predisporre la scagliola stessa a ricevere i colori riducendo il potere assorbente del materiale. Successivamente si procede alla colorazione delle case e qui, ognuno, potrà scegliere i colori e le tonalità preferite, tenendo presente che poi, si procederà ad una mano di finitura che, a seconda dei prodotti usati, darà al lavoro finito un aspetto diverso. Voglio dire che se ci limiteremo a finire il lavoro con una mano di flatting trasparente, la colorazione sottostante dovrà già avere i toni definitivi, mentre se si procederà, come ho fatto io, con una mano di nero giapponese o catramino, prima del flatting, si otterrà una “brunitura” dei colori per cui, in origine, dovranno essere molto più brillanti (vedi foto) per compensare appunto la perdita di tono che si avrà successivamente. Per la colorazione ci ispireremo ad uno stile preciso che dovremo decidere prima di iniziare il lavoro. Nelle pagine di questa sezione dedicata al presepe, troverete vari consigli su come fare. Nel caso specifico, dopo la colorazione, a tinte abbastanza vivaci, che ho scelto per dipingere le case, sono passato a stendere una mano di nero giapponese, molto diluito, che, appena essiccato, ho rifinito con un panno inumidito con acquaragia per ripulire alcune parti lasciando le aree più scure nelle zone scavate o incise, così da evidenziare il tratto di pietre e mattoni o di eventuali crepe. Questa operazione crea una sorta di invecchiamento di grande effetto. Va detto che si deve sempre tener conto, nella scelta delle varie vernici da usare in sovrapposizione, dei relativi solventi, in modo che non accada che la pittura successiva danneggi la precedente. Ad esempio, su una superficie colorata a tempera, dove il solvente è la semplice acqua, useremo, per l’effetto invecchiamento, un prodotto come il nero giapponese il cui solvente è l’acquaragia, mentre usando per la prima colorazione, pittura all’acquaragia o altri solventi simili, potremmo fare le successive operazioni usando del mordente all’acqua ecc. Il campo è vasto e l’esperienza conta più di mille parole, consiglio comunque, prima di rovinare un buon lavoro, di fare qualche esperimento su superfici di prova. Dopo aver terminato la colorazione di tutte le parti sarà necessario rifinire il tutto con una vernice trasparente, sia per migliorare l’effetto finale, sia per garantire nel tempo il lavoro finito. Si potrà optare per una finitura lucida od opaca a seconda dei gusti, anche se personalmente preferisco una vernice trasparente opaca che tra l’altro appare anche più realistica. In particolare il mio lavoro è stato finito con flatting trasparente all’acqua.  
Guarda il lavoro finito
... >>>

 Fase 4 - Colorazione e finitura

 Fase 4 - Colorazione e finitura

 Fase 4 - Colorazione e finitura

Dall'01/03/2003