Fabio Rossi Fabio Rossi Ris…VOLTI del Cinema ItalianoRis…VOLTI del Cinema Italiano Prefazione di Cosimo ArgentinaPrefazione di Cosimo Argentina “Il cinema è l'unica forma d'arte nella quale le opere si muovono e lo spettatore rimane immobile Ennio Flaiano “Il film è come un sogno, è come musica. Nessuna espressione artistica travolge la nostra coscienza allo stesso livello del film, perché giunge direttamente ai nostri sentimenti, e alle camere più oscure della nostra anima” Ingrid Bergman Prefazione Non so se per voi è lo stesso, ma io penso che la scena di Signori si nascein cui il maggiordomo sbatte sul piatto di Totò una fetta di mortadella quasi mummificata non sarebbe stata la stessa senza un Carlo Croccolo da applausi. Così come credo che quando in Arrivano i dollariAlberto Sordi tiene alla catena il servo osservandolo in tralice, bè, il tutto senza la faccia da terremotato di Turi Pandolfini non avrebbe senso. E ancora… l’agenzia investigativa Nulla Sfugge di Totò Vittorio e la dottoressa è vero che si regge sulla mimica del Principe ma è altrettanto sacrosanto che senza la maschera di Agostino Salvietti l’effetto sarebbestato un altro. Ho sempre ammirato chi sa apprezzare le seconde linee, le retrovie, quell’interregno senza il quale un’opera d’arte collettiva come ad esempio un film non potrebbe esistere. Una volta Carmelo Bene provocò affermando che amava i monologhi teatrali perché i gregari gli facevano ombra. Non sono d’accordo con il leccese. I gregari illuminano un palco spesso troppo grande, forse insostenibile anche per i mostri sacri del cinema mondiale. Come non riconoscere in Lello Arena la sponda ideale di Massimo Troisi? Come riuscire solo a ipotizzare un film come Guardie e ladrise accanto a Totò non ci fosse stato un infinito Aldo Fabrizi? E il padre di Nando Meniconi in Un americano a Roma? Non so voi ma io in molte circostanze mi sono chiesto questi attori chi fossero, che carriera avessero alle spalle e quale percorso artistico avessero seguito. A volte sembravano capitati sul set quasi per caso. Altre volte pareva che parlassero l’unico dialetto per loro concepibile, quello della loro terra. Alcuni poi da comprimari si sono trasformatistrada facendo in attori di primo piano, ma nella maggior parte dei casi sono rimastise non nell’ombra di sicuro in una zona di minor luce che non ha reso loro giustizia fino in fondo. E veniamo al libro. Proprio per quello che ho scritto, la prima volta che Fabio Rossi mi ha raccontato la sua idea mi sono calato d’emblée nella parte di primo acquirente di un simile gioiello. Ricordo di aver detto subito so a chi regalarlo, cavoli, al mio amico piacerà sicuramente… ehi, sono anni che mi chiedo come si chiama il padrone di casa di Totò in Totò truffa ’62. Man mano che Fabio mi raccontava il modo di catalogare i personaggi e quello che stava scoprendo nella sua ricerca nata così, quasi per gioco, 4 e divenuta col tempo una sorta di missione da portare a compimento, io stesso mi sono lasciato coinvolgere tifando per la riuscita dell’opera. Qual è stato l’ultimo film di Tina Pica? E quale è stata la breve e brillante parabola artistica di Leonardo Sottani in arte Nick Novecento? Questo libro è come le ciliegie, dunque. Lo sfogli così, per curiosità, e poi vai avanti. Possibile che Marisa Merlini abbia fatto tutti quei film? E il marchese Stucchi di sordiana memoria, in realtà, chi era? Un triestino appartenente a una famiglia di attori… e pensare che io avevo sempre immaginato che fosse un vero nobile decaduto. Questo libro è anche un modo per riscattare le seconde linee, i gregari rispetto agli astri di prima grandezza e per mettere in piedi un’operazione del genere è necessaria una sensibilità particolare che ti permette di vedere oltre, attraverso, accanto, sotto le cose. Certo è più semplice rimanere abbagliati dagli astri, ma il piacere di cogliere una sfumatura, un dettaglio, un’interpretazione fatta a volte di poche battute all’interno di un film di due ore ha un fascino diagonale che poi resiste nel tempo. Ognuno di noi del resto ha la propria classifica. Ognuno di noi ha amato alcuni film che si porta dietro così come fa Fabio. A differenza di altri però l’autore ha alimentato questa sua passione versandoci su notti braccate dall’insonnia e il gusto della ricerca che lo ha portato a vedere e rivederealcuni film ormai fuori dal circuito nazionale. I canali a tema poi gli hanno agevolato la manovra. E oggi? Oggi io sono qui a tributargli il merito di aver gettato un cono di luce e una manciata di nitrato d’argento su ombre cinematografiche che per me erano solo quello che litigava con Totò in Totò a colori oppure quello che in Sapore di mare si innamorava di una matura Virna Lisio ancora quello che faceva l’avvocato calabrese e parlava per massime latine sbagliate. Perciò eccovelo, questo libro, questo manuale per cinefili distratti o per amanti delle seconde file. Ogni frase, ogni personaggio sono sicuro che vi aprirà uno squarcio nella memoria. Un caratterista evocherà una battutae una battuta può significare un momento fissato nella nostra memoria, un momentoregalato da un senza nome. E invece questi attori un nome ce l’avevano e spesso avevano vissuto anche carriere 5 brillanti senza che i rotocalchi ce lo dicessero. Ecco uno strappo nell’oblio, dunque. Spero che il libro possa entusiasmarvi come ha entusiasmato me e, immagino, Fabio. Il suo vantaggio sta nell’aver cercato e scelto tra ciò che ha più amato nella sua vita di spettatore. E alla fine è riuscito a riunire un gruppo di famiglia, una guarnigione di eroi a cui tributare un saluto magari restituendo un briciolo di quell’emozione che il loro talento e la loro capacità di restare periferici illuminando le stelle ci ha regalato negli anni. Cosimo Argentina